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Nelle imprese italiane a conduzione familiare la holding è uno strumento sempre più diffuso per gestire in modo efficiente partecipazioni, patrimoni e governance. Non si tratta di una struttura riservata ai grandi gruppi: anche le PMI possono ottenere benefici rilevanti, sia dal punto di vista fiscale sia da quello organizzativo. La holding permette infatti di centralizzare il controllo, tutelare gli asset più sensibili e organizzare il gruppo in modo più ordinato e strategico.
Molti imprenditori si avvicinano a questo modello dopo aver affrontato problemi ricorrenti, come la frammentazione delle quote tra diversi familiari, la gestione disallineata delle società operative o la necessità di separare il patrimonio immobiliare dall’attività commerciale. La holding diventa quindi un punto di riferimento per il governo dell’intero gruppo, rendendo più prevedibile e stabile la crescita nel tempo.
Il primo vantaggio riguarda la possibilità di accentrare la proprietà e il controllo delle società operative in un’unica entità. In questo modo l’imprenditore può gestire l’intero gruppo in modo più razionale, con una visione complessiva dei flussi finanziari e delle strategie. La holding funge da “livello superiore” che armonizza decisioni, investimenti e governance.
Un altro aspetto apprezzato è la protezione del patrimonio familiare. Quando beni come immobili, riserve finanziarie o partecipazioni sono detenuti direttamente dalla famiglia, risultano più esposti ai rischi derivanti dalle attività operative. Inserirli nella holding permette di separarli e renderli più sicuri, creando un perimetro più protetto.
Il vantaggio fiscale più rilevante è legato al regime PEX – Participation Exemption, disciplinato dall’art. 87 del TUIR. Quando una holding vende partecipazioni, la plusvalenza è tassata solo per il 5%, a patto che vengano rispettati i requisiti previsti, come il possesso da almeno dodici mesi e l’iscrizione delle partecipazioni tra le immobilizzazioni finanziarie. Questo significa che la quasi totalità dell’incasso può essere reinvestita per acquisizioni, ampliamenti o riorganizzazioni del gruppo.
Un altro beneficio riguarda la tassazione dei dividendi. Quando una società operativa distribuisce utili alla holding, soltanto una quota minima concorre alla formazione del reddito imponibile. Di fatto, gli utili salgono alla holding con un prelievo molto ridotto e possono quindi essere gestiti con maggiore flessibilità, senza dover subire una doppia imposizione pesante.
La holding risulta inoltre molto efficace nella gestione del patrimonio immobiliare. Trasferire gli immobili in una società controllata o direttamente nella holding permette di separarli dai rischi tipici dell’attività industriale o commerciale. È una scelta che molti imprenditori compiono per salvaguardare beni di lungo periodo e rendere più semplice l’amministrazione del patrimonio complessivo.
Oltre ai vantaggi fiscali, la holding porta benefici organizzativi che spesso risultano ancora più determinanti. Uno dei punti più apprezzati è la chiarezza nella governance. Le decisioni strategiche vengono prese a livello di holding, mentre le società operative possono concentrarsi sulle proprie attività senza sovrapposizioni o conflitti interni.
Il tema del passaggio generazionale è altrettanto importante. Con una holding è possibile distribuire le partecipazioni ai familiari senza compromettere il controllo dell’azienda. L’imprenditore può prevedere quote con diritti diversi e mantenere una governance stabile anche quando entrano in scena più eredi o collaboratori familiari. La struttura risulta quindi utile per garantire continuità, equilibrio e coerenza tra le generazioni.
La holding contribuisce anche a rendere il gruppo più leggibile verso l’esterno. Banche, investitori, partner e potenziali acquirenti trovano più semplice analizzare un gruppo che presenta una struttura ordinata, con società dedicate alle attività operative e una cabina di regia unitaria. Questo può facilitare l’accesso al credito, la pianificazione strategica e le eventuali operazioni straordinarie.
Il primo caso riguarda una PMI manifatturiera che possiede, oltre alle attività produttive, anche uno o più immobili intestati direttamente a un socio. L’introduzione di una holding permette di separare i beni immobiliari dall’attività industriale, ridurre i rischi e rendere più agile il passaggio futuro delle quote. L’imprenditore mantiene così una gestione più ordinata e un patrimonio più protetto.
Un secondo esempio riguarda gruppi che comprendono più società operative. Può trattarsi di un’azienda con un reparto produttivo, una società commerciale e una dedicata ai servizi tecnici. In assenza di una holding, ogni società è scollegata dalle altre e la famiglia si ritrova socia diretta di tutte. Con la holding, la struttura si semplifica: i dividendi risalgono a un unico soggetto, gli investimenti possono essere redistribuiti dove servono e la governance diventa più chiara e scalabile.
La holding risulta particolarmente efficace quando l’imprenditore gestisce più società, vuole separare patrimonio e attività operative, sta valutando un passaggio generazionale o prevede operazioni straordinarie. Non è però una soluzione universale: richiede un’analisi dettagliata degli obiettivi, dei costi e dei benefici, oltre a competenze fiscali e societarie avanzate.
Per imprenditori e PMI la holding non rappresenta soltanto un meccanismo di risparmio fiscale, ma un metodo per dare ordine, protezione e strategia al gruppo societario. Permette di controllare meglio gli asset, gestire gli utili con maggiore efficienza e pianificare il futuro con una struttura più solida. È uno strumento che, se progettato correttamente, può accompagnare l’azienda nella crescita e garantire stabilità nel tempo.
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