Economia

Le regole dello STAR

Le regole dello STAR

Il Segmento Titoli con Alti Requisiti (STAR) è concepito per venire incontro alle imprese italiane piccole e medie (così identificate anche per via della loro capitalizzazione). Quelle con delle ambizioni, ovviamente, cioè intenzionate a guadagnare una grande visibilità all’interno del mercato. È interessante sia per le aziende che stanno per quotarsi sia per quelle già quotate. 

Dopo avere dato uno sguardo alle suddivisioni e appreso quali sono i requisiti per quotarsi, soffermiamoci su questo particolare “ramo”, lo STAR, dedicato alle PMI che operano in settori tradizionali. Anzitutto, bisogna che l’azienda in questione soddisfi alcune condizioni riconducibili alla chiarezza dello statuto societario, al numero delle azioni, alla corporate governance, a una liquidità sostenibile da intermediari specializzati. Tutte caratteristiche che attraggono i potenziali investitori.

Le caratteristiche necessarie

Per quanto riguarda le variabili occorrenti a entrare a far parte del “club”, ovvero del Segmento di cui ci stiamo occupando, si fa riferimento a dei veri e propri parametri di eleggibilità. In realtà, anche il mercato è attento a situazioni industriali che manifestano promettenti prospettive – sviluppabili nel medio periodo – e che già in nuce mostrano di valere più di qualcosa. Lo STAR è stato concepito precipuamente a tale scopo, cioè per aiutare le società dal valido potenziale a crescere e, al contempo, a diventare un affare per gli intermediari e gli investitori che danno loro fiducia. Per accedervi, ricordiamolo, la capitalizzazione societaria deve essere al di sotto degli 800 milioni di euro (è la cifra prevista allo stato attuale, non è detto che non cambi), e bisogna accettare il regolamento della Borsa Italiana. In particolare, è richiesta un’attenzione speciale per i punti che riguardano la liquidità e la chiarezza informativa, che andiamo subito a esaminare meglio attraverso sette aspetti fondamentali.

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1. La quantità delle azioni o flottante
Per accedere all’ambito Segmento Titoli con Alti Requisiti è importante che le azioni commerciabili equivalgano al 35% sul totale. Quando si tratta di imprese che già stanno nel Segmento e vogliono semplicemente essere riconfermate, basta il 20%.

2. La presenza dello specialista
Ci vuole qualcuno che segua il titolo, naturalmente qualificato a farlo. Tale specialista garantisce la sua liquidità, osservando lo spread e i “carichi” quotidiani. Inoltre, è compito di questo incaricato controllare periodicamente – un paio di volte all’anno – la situazione, attraverso i road-shows e gli appositi studi.

3. L’informativa vera e propria
Relazioni trimestrali e semestrali sono da pubblicare obbligatoriamente, così come i bilanci ed eventuali comunicati. La trasparenza diventa completa se ci si premura di fornire tutti questi dati pure in versione inglese.

4. I principi di corporate governance
Il codice disciplinare della Borsa Italiana ha delle regole di corporate governance: a esse deve dichiaratamente aderire l’impresa medio-piccola che si quota. Il che si esprime tramite il numero, la preparazione e la partecipazione dei membri non esecutivi o indipendenti del consiglio di amministrazione.

5. I controllori interni
Ci vuole un comitato, formato proprio da un calibrato gruppo di non esecutivi, che si occupi di avviare le pratiche per monitorare adeguatamente l’attività aziendale, sollevando e analizzando, le problematiche del momento.

6. L’incentivazione proporzionata
I dirigenti devono essere disposti a ritoccare una parte dei loro stipendi a seconda dei risultati che ottengono. È un segno di serietà.

7. Le relazioni esterne
Altra figura necessaria è quella dell’investor relator, cioè un responsabile che curi i rapporti con gli intermediari e con gli investitori. Deve far parte dell’organico aziendale (anche avendo altre mansioni), in modo che abbia sempre il polso della situazione e possa dire la sua sulle strategie in atto.

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Servizi informativi e per le relazioni

Investitori e intermediari, nonché emittenti, possono contare su una serie di servizi messi a disposizione da Borsa Italiana. Anzitutto, due information providers ai quali si può aderire gratuitamente: JCF e First Call. Il primo si prefigge di procurare agli investitori ufficiali, ai manager e agli analisti degli strumenti d’indagine facili da utilizzare, attraverso la comunicazione di dati su imprese equipollenti, previsioni di crescita ragionate, voci di bilancio riviste. Il secondo si preoccupa di diramare, capillarmente e senza complicazioni, le analisi societarie effettuate (e costantemente aggiornate) dagli intermediari a proposito dei titoli STAR, rapporti consultabili previa password appositamente concessa dalla Borsa. Poi c’è il link a borsaitaliana.it: ne godranno tutti i siti delle aziende appartenenti al Segmento, inserendo, oltre alle solite generalità, pure altre informazioni previste da schemi predefiniti (o liberi, in qualche caso). Le relazioni con investitori e intermediari, infine, saranno supportate da una squadra preposta di manager della Borsa.

Vantaggi per tutti

È un sistema che porta benefici a ogni componente. Le società emittenti, oltre a guadagnarci in visibilità, si avvalgono di un’assistenza professionale che le aiuta a potenziare la comunicazione e ad affermarsi all’interno del mercato. Dal canto loro, investitori e addetti all’intermediazione dispongono di maggiori e più precise informazioni, fattiva liquidità, standard qualitativi incrementati, senza contare che i loro portafogli si possono “sfaccettare”.
Va da sé che l’aumento di relazioni e comunicati implica, perlopiù indirettamente, alcune spese supplementari. Ma il gioco vale la candela, visto anche il livello della consulenza (di cui ci occuperemo la prossima settimana).

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